4° e 5° giorno - EMOZIONI

Abbiamo deciso di unire il quarto e quinto giorno sotto un unico tema: EMOZIONI.
Sì, perché in questi giorni siamo stati profondamente toccati nel cuore. Abbiamo incontrato persone, ascoltato storie, e condiviso con loro momenti di sorrisi e lacrime. Sono sensazioni che viviamo quotidianamente ma che spesso ignoriamo per paura di soffrire.
Donatella Catalano in Congiusta, madre di Gianluca Congiusta, ci ha raccontato il suo percorso di dolore e coraggio dopo l’ingiusta morte del figlio per mano della 'Ndrangheta.
Gianluca, un ragazzo che aveva già superato una malattia devastante, si era rifiutato di pagare il pizzo. Questo suo atto di coraggio gli è costato la vita: un solo sparo lo ha strappato via, ma ha reso la sua memoria ancora più viva grazie alle testimonianze della madre, del padre e delle sorelle, e all’impegno di una comunità che non vuole dimenticare.
Donatella ci ha accolti con un sorriso. Anche se non riusciva a sedersi, ha guardato ciascuno di noi negli occhi, toccandoci il cuore con il suo sguardo. Ha parlato del suo dolore, un dolore che non vuole scaricare sugli altri, ma che usa come veicolo per trasmettere la gioia del ricordo di Gianluca: un sorriso, una parola, un modo di essere che ha conquistato tante persone. Ora spetta a noi trasmettere questa testimonianza d’amore, anche attraverso le nostre lacrime, comprendendo la grandezza di ciò che ci ha lasciato.
Il quinto giorno abbiamo incontrato una comunità di recupero per chi è stato toccato da dipendenze da alcool, droga, gioco. I ragazzi ci hanno raccontato le loro storie, le loro difficoltà, i loro fallimenti e la loro ricerca di riscatto. Ci hanno fatto riflettere su quanto la società spesso banalizzi le dipendenze come alcol, droga e gioco d’azzardo. Testimonianza dopo testimonianza, abbiamo capito come una semplice bevuta del sabato sera possa trasformarsi in una spirale distruttiva, causando la perdita di relazioni e portando alcuni a essere denunciati dai propri genitori per salvarli.
Le domande dei nostri ragazzi e le storie di questi giovani in cerca di redenzione ci hanno colpiti profondamente. Ci hanno insegnato l’importanza di non chiudere gli occhi di fronte ai fallimenti e di avere sempre il coraggio di chiedere aiuto.
Abbiamo concluso la giornata visitando un bene confiscato, un seminterrato di 220 metri quadri trasformato in asilo per aiutare famiglie in difficoltà economica e fragili. Questo spazio vuole educare i bambini e offrire un futuro migliore. C’è ancora tanto da fare, e ci siamo impegnati a trovare canali di finanziamento affinché le risate e i pianti dei bambini possano risuonare tra quelle pareti, scuotendo le coscienze di ogni epoca.
Questi giorni ci hanno insegnato che anche nel dolore e nelle difficoltà possiamo trovare forza e speranza, e che ogni piccolo gesto può contribuire a un cambiamento significativo.
Arte e natura hanno completato queste due giornate e ci fanno desiderare l'alba di domani mattina.
Una ragazza, mentre attendevamo la cena, ha chiesto al don se invece di rientare a casa possiamo restare una settimana ancora: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia".

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